L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

PER SAPERNE DI PIÙ CI SONO UNA COLLANA DI LIBRI E UN BLOG IN VARIE LINGUE…

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domenica 12 giugno 2011

“HASTA SIEMPRE” IVAN DELLA MEA, di Antonio Marchi

Ivan Della Mea è morto il 14 giugno 2009, alle ore 1.30.
Così lo ricorda Pino Bertelli in una lettera a lui dedicata (pubblicata nel n. 8 dei Quaderni della Fondazione Ernesto Che Guevara, Massari Editore 2010):

«Ciao a te, Ivan,
ti vedo lì, insieme a tuo fratello, Luciano, nella vita sognata degli angeli ribelli, stretti a schiere di compagni di strada a cantare con il disincanto dei poeti del pugno chiuso contro il cielo del potere, i desideri, i sogni, la critica radicale di uomini, donne appassionati al ribaltamento di prospettiva di un mondo rovesciato, insorti in difesa dei popoli sfigurati, violati e impoveriti a margine delle democrazie dello spettacolo.» (…) «…cantavi come un trovatore d’idee di amore, di resistenza e libertà» (…) «Le tue canzoni libertarie hanno accompagnato i “ragazzi gioiosi” del ‘68 fino ai nostri giorni e niente può far scomparire la tua voce e le tue ballate dal cuore di molti… le tue canzoni hanno investito la morale dei padroni e ridicolizzato la genuflessione dei servi…» (…) «I dannati della terra… (…) … hanno accompagnato i tuoi passi nella storia degli ultimi e portato ovunque un uomo soffriva, la solidarietà, la fratellanza, la condivisione delle lotte sociali per seminare il reincanto del mondo.»

Anche Roberto Massari, sulle stesse pagine dei Quaderni, parla di Ivan:

«… uno dei primissimi cantautori italiani… (…) certamente tra i più impegnati nella lotta dalla parte degli oppressi (di tutti gli oppressi), Ivan scrisse nel ‘67 la canzone politicamente più guevarista che ci sia dato conoscere, dal titolo inconfondibile: “Creare, due, tre, molti Vietnam.” Indimenticabile il primo verso… (…) forte, vibrante, tra lo slogan urlato e un canone gregoriano prolungato… che scandisce: “il-do-ve-re-del-ve-ro-ri-vo-lu-zionaaaaario è fa-re la ri-vo-lu-ziooooooneeeeee”, e poi via con i riferimenti diretti al pensiero del Che e alle guerriglie di allora.»

Chi ha conosciuto Ivan può considerarsi un privilegiato, ma anche chi ha solo ascoltato e cantato le sue canzoni lo è; perché nelle canzoni di Ivan ci si ritrovava: c’era il sangue versato dall’umanità nei marciapiedi della storia. C'è tutta la tribolata sofferenza del vivere del proletariato che in più di cento anni di storia contro il capitalismo padronale non è riuscito ad abbattere, né - nonostante interminabili gesti di rivolta - a liberarsi dal giogo dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Nella sua canzone c’era e ci sono lacrime di gioia viva, di dolore profondo, di rabbia e di solidarietà... nella sua canzone c’è posto per chiunque avesse e abbia volontà di vivere, voglia di libertà, passione rivoluzionaria; per chiunque lottasse e lotti per abbattere le proprie catene con il sorriso sulle labbra e il piacere del rischio. Canti e storie di vite vissute che hanno riempito le piazze e affollato i cortei della metà del secolo passato dove ci si riconosceva e ci si univa e le sue parole non erano “trovate” da parolieri per canzonette, ma messaggi e strumenti di rivolta, nel lungo sogno del 68.
Come non ricordare la struggente “O cara moglie” (sulla condizione operaia) e “Nel mondo il rosso è diventato giallo” (una riflessione sul partito, sull’organizzazione del proletariato, sulla denuncia dello stalinismo).  Con lui e assieme a lui – in quegli anni - hanno fatto scuola Paolo Pietrangeli (“Contessa”), Pino Masi ( “Quella notte davanti alla Bussola", "La ballata della Fiat”), il veneziano Gualtiero Bertelli (“Nina ti te ricordi”, “Suona la sirena”), Giovanna Marini (“La violenza”), interpretando al meglio la voglia di cambiamento di un movimento contestatario che aveva creduto nella rivoluzione.
Mi piace terminare questo ricordo di Ivan, con una canzone – non molto conosciuta, ma molto attuale – scritta nell’occasione di un raduno partigiano a Milano (9 maggio 1965) a 20 anni dalla liberazione con l'ironia sarcastica di chi sa da che parte stare: 9 MAGGIO - "E nei giorni della lotta / rosso era il mio colore, / ma nell’ora del ricordo / oggi porto il tricolore. // Tricolore per la piazza, / tricolori i partigiani: / siamo tutti italiani, / viva viva la nuova unità! // E se vi va bene il liberale, / con Andreotti e il tricolore, / Io vi dico: siete fottuti / vi siete fatti incastrare… //


RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

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a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

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a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

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a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.