L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

PER SAPERNE DI PIÙ CI SONO UNA COLLANA DI LIBRI E UN BLOG IN VARIE LINGUE…

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martedì 23 ottobre 2012

A NOAM CHOMSKY - DELL'ANARCHIA NEL CUORE, di Pino Bertelli


Dedicatoria
Scritta a margine di un libro storico sulla pirateria nel suo rifugio al MIT di Boston:"Quando in un paese esistono i partiti - Simone Weil, diceva -, ne risulta prima o poi uno stato delle cose tale che diventa impossibile intervenire efficacemente negli affari pubblici senza entrare a far parte di un partito e stare al gioco" delle mafie finanziarie (chiese monoteiste incluse)... lavorare alla soppressione dei partiti non è solo auspicabile, è una necessità etica, morale, perfino poetica... e passare dalla tristezza/bruttezza dei politici della corruzione e del crimine costituito, alla conquista di una società di liberi e di eguali (che qualcuno chiama dolce anarchia)... dove ciascuno è re perché nessuno è servo! La bellezza (della democrazia diretta, consiliare o partecipata) vi seppellirà e sputeremo sulle vostre tombe fino alla fine dei secoli [Pino Bertelli].
Noam Chomsky e Pino Bertelli al MIT di Boston
L’ho conosciuto sì, l’ho conosciuto Noam Chomsky... capitano di vascelli corsari in rotta per la terra senza frontiere di utopia... ci siamo incontrati nella sua tana, al MIT di Boston, ero insieme agli amici Luca, Fulvio, Matilde e Paola, mia moglie... dovevamo fotografarlo e intervistarlo per il reading movie di Restiamo Umani [restiamoumani.com], che tratta delle possibilità di pace tra Palestina e Israele, anche. Il maestro ci ha ricevuti nel suo ufficio, una piccola stanza di pochi metri, illuminata in uno strano disordine di fotografie, libri, ricordi di una vita spesa a fianco degli sfruttati e degli indifesi. Era sorridente, gentile, sereno Chomsky, come  solo sanno esserlo gli uomini (grandi) che hanno il coraggio di esprimere le proprie idee di fronte a qualsiasi forma di potere. Teneva una tazza di tè nelle mani... aveva lo sguardo disteso verso la realtà o il sogno, di quelli che ti bucano l’anima in volo e ti lasciano addosso la voglia di cambiare il mondo. Con tutti i mezzi necessari, certo.
Siamo stati con lui poco più di un’ora... non ha mai cessato di esprimere la sua cortesia e malinconica tenerezza... mi passavano negli occhi le parole dei suoi libri che per anni ho letto avidamente, studiato, saccheggiato... lui era lì, con la bellezza dei giusti e l’anarchia nel cuore. Parlava piano, sicuro, calmo... la sua belligerante intelligenza si disperdeva in quella stanza tra la finestra e il cielo. Ricordai una sua frase: “L’anarchia non è un sistema sociale fisso, ma una chiara tendenza dello sviluppo storico dell’umanità che (…) aspira a che ogni forza sociale e individuale si sviluppi liberamente nella vita”. Tutto vero. Lo guardavo commosso che leggeva il capitolo del libro di Vittorio Arrigoni (Gaza. Restiamo umani) con la semplicità poetica dei vecchi cacciatori di sogni che (in ogni epoca) non vogliono governare né essere governati in questo modo e a questo prezzo.
Annusavo il profumo “aristocratico” del pensiero libertario che usciva dal suo parlare... avevo nel mio zaino il suo libro a favore di Occupy [Siamo il 99%]... dove sosteneva le battaglie sociali degli indignados di Wall Street... una marea montante di persone che attraverso la disobbedienza civile chiedono il blocco delle strade, lo sciopero nelle università, l’occupazione dei luoghi di lavoro e indicano forme di lotta organizzate (fino al sabotaggio delle tasse governative)  attraverso l’azione diretta e il valore d’uso dei network. Questa generazione d’insorti del desiderio di vivere tra liberi e uguali, denunciano la disuguaglianza sociale che un minoranza di arricchiti (gli strati più “alti” della finanza e della politica) continua a perpetuare contro i popoli impoveriti e si scagliano, a ragione, contro la pratica saprofita delle case farmaceutiche, compagnie delle assicurazioni, speculatori immobiliari, mercanti di armi... identificano in Wall Street il cuore finanziario del capitalismo parassitario con il nemico da combattere, prima di ogni cosa. Si tratta dunque di godere della gioia e della vita piena e dove c’è amore dell’uomo per l’uomo, lì c’è la libertà. Occupy, ricordiamolo, è un grido profondo gettato, a faccia scoperta, contro il tramonto degli oracoli e i franamenti di un sistema economico inumano che ha fatto della violenza il proprio credo, sono il fondamento per il raggiungimento di una economia etica, di una democrazia dei cittadini. Occupy  non è solo la fotografia del disagio di un’epoca del dolore planetario, è soprattutto il canto generazionale di uomini, donne in rivolta contro l’immaginario istituito che chiedono un’esistenza più giusta e più umana.
Quando il nostro incontro è terminato... una signora, gentile come il ritorno delle lucciole a maggio, ci ha ha accompagnato verso l’uscita del dipartimento... dopo pochi passi sono tornato indietro, Chomsky era seduto vicino a uno schedario... alzo ancora la fotocamera verso di lui... gli dico — “grazie a te” —... lui sorride e dice — “It's Good” — (“forse, dico”)... Chomsky, la   signora di bianco vestita e un ragazzo smilzo che somigliava a Henry Fonda in un film western di John Ford, si mettono a ridere. Chomsky si alza e mi abbraccia, forte. Lo abbraccio anche io. Tremante di gioia. Ci lasciamo così, davanti alla  fotografia di Bertrand Russell, in un giorno di pioggia e vento a Boston. La città dove è approdata la nave dei padri pellegrini, Mayflower (Fiore di maggio) ed è nata la nata la prima comunità euroamericana. Là dove le nostre mani si sfiorano, i nostri cuori si danno del tu!

Quando siamo usciti dal MIT siamo andati in una bar a mangiare e su un tavolo di legno, dopo qualche birra e Bloody Mary, con Paola, Fulvio, Matilde e Luca abbiamo scritto una canzone:

Luna di pioggia a Boston
Boston, 3 volte ottobre 2012
(In un bar, Luca, Fulvio, Matilde, Pino e Paola)

La luna si specchiava dolce
in una pozza di strada a Boston
e il Bloody Mary ci faceva cantare
canzoni del dissenso che Chomsky raccontava con gli occhi…
you never are what and where others think that you are…

e la foto di Russell in bianco e nero
ci lasciava il rispetto dei diritti umani…
conoscenza, rispetto, dignità
e amore fra gli uomini…
you never are what and where others think that you are…

la voce di chi non ha voce
ci riporta all’alba degli ultimi
e lacrime di gioia bambina
rigano le nostre facce in amore
you never are what and where others think that you are…

i nostri cuori ora si uniscono
alle nostre menti che non mentono
e quella piccola squaw che alla terza ti affoga
se non capisci e tu nuoti… Oh! Se nuoti
nel fiume magico del tempo liberato

you never are what and where others think that you are…

[Chomsky, mi è venuto da pensare poi, continua a fare con le parole, il comportamento, l’azione diretta... quello che in altri tempi i cavalieri che fecero l’impresa, hanno fatto con la spada. Che milioni di fiori possano sbocciare ai quattro venti della terra e affoghino con i loro petali gettati nel vento, le canaglie che fanno professione di governare. Come non sapere che il profumo delle rose di campo può mutare il corso delle costellazioni?]. 
Piombino, dal vicolo dei gatti in amore, 22 volte ottobre 2012.

Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

* * *

a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.