L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

PER SAPERNE DI PIÙ CI SONO UNA COLLANA DI LIBRI E UN BLOG IN VARIE LINGUE…

ČESKÝDEUTSCHΕΛΛΗΝΙΚÁENGLISHESPAÑOLFRANÇAISPOLSKIPORTUGUÊSРУССКИЙ

mercoledì 17 settembre 2014

I SITUAZIONISTI TORNANO A CASA, di Donatella Alfonso

Un non-convegno in omaggio a Guy Debord che fondò nel 1957 in Liguria il movimento artistico-politico  

Il gruppo fondatore del Situazionismo
a Cosio d'Arroscia nel 1957 
Un po’ per gioco e un po’ per non morire, come si soleva dire, si può ricreare quasi cinquant’anni dopo, e dall’altro lato dell’arco ligure, quella situazione che diede vita al Situazionismo. In breve, quel movimento estetico, culturale e politico con intenzioni rivoluzionarie  tra anarchia e marxismo, declinato in tutte le varianti  nato da un convegno a Cosio d’Arroscia (ultimi propaggini della provincia di Imperia sconfinanti nel Cuneese, su per l’Appennino) nel 1957, capace di percorrere l’Italia e la Francia per tutti gli anni Sessanta con apici nel Sessantotto e dintorni. E che oggi, benché ufficialmente non se ne parli che quando si cita il suo fondatore e icona, Guy Debord, geniale precursore dell’oggi con il suo “La società dello spettacolo”, ricorda  per carità, in maniera situazionista, quindi con un nonconvegno  proprio Debord, scomparso vent’anni fa,  venerdì 19 a Sesta Godano, nello spezzino. 
Per chiarire, avanti tutto, che in maniera carsica i Situazionisti continuano a vivere, ad esistere. A Debord fanno riferimento in molti, se si occupano di comunicazione e soprattutto televisione (Carlo Freccero e Antonio Ricci, tra i primi). E in Liguria quel movimento così caleidoscopico e puntuto è ancora qualcosa di reale: come dimostra la grande mostra dedicata al ceramista danese Asger Jorn, uno dei ragazzi terribili del raduno di Cosio dì Arroscia,  che ha animato l’estate di Albissola Marina. 

E se è rimasta l’arte più che la rivoluzione, il mondo in cui viiviamo è quello dell’apparire più che dell’essere, e allora dagli torto, ai Sitauzionisti.   "Perché lo spettacolo è la merce che condiziona tutte le altre merci" chiarisce Roberto Massari, che al Situazionismo, dopo una lunga attività politica e culturale, ha dedicato libri e un movimentismo incessante, e che ha promosso il convegno. Cioè, il non-convegno, dove non ci sarà ordine negli interventi, ci potranno essere esposizioni di teorie come la presentazione di un libro sul lettrismo, altra corrente confluita nel Situazionismo e da lì uscita.
Ma perché a Sesta Godano, Massari? "Perché lì ho trovato un luogo fertile e interessato, e sono in contatto con il movimento guevarista che vi opera" risponde lui, che abita a Bolsena, nel Lazio e si definisce “presidente della Fondazione Guevara”. Anche qui: la posizione castrista o l’anarchia a cui si sente più vicino il fotografo e artista Pino Bertelli, altro protagonista dell’incontro di venerdì? Nel Situazionismo, di fatto, ci può essere molto.
Utile anche oggi o solo rievocatorio? "E’ sicuramente un movimento che appartiene al ‘900, ma il suo atteggiamento dissacratorio può significare un tentativo di non farsi assorbire" chiarisce Massari. Già. Proveranno a non discuterne , oltre a Massari e Bertelli, Giorgio Amico, Roberta Biasotti, Sandro Ricaldone, Alessandro Scuro, Antonio Saccoccio, Michele Nobile. farà tappa a Sesta Godano (appuntamento nella sala del Comune dalle 15 alle 20) il tour ciclosituazionistico di Antonio Marchi, che pedala tra i luoghi storici del movimento. Il Comune di Sesta Godano ci ha creduto e ha dato una mano a organizzare.  


Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

* * *

a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.