L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

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sabato 30 aprile 2016

«CHE GUEVARA E I SUOI COMPAGNI: UOMINI DELLA GUERRIGLIA IN BOLIVIA» DI ENRICA MATRICOTI, di Riccardo Vinciguerra (Mongo)

Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia - Zambon editore, 2016 - è un libro unico nel suo genere, nato dalle «ceneri» di un lavoro documentaristico, Ernesto Che Guevara - El hombre nuevo en el siglo XXI di Walter-Uliano Pistelli e Favio Giorgio, al quale ha contribuito, come fotografa di scena e assistente della produzione, anche la curatrice del libro stesso: Enrica Matricoti.
Il libro racconta la Rivoluzione cubana e la guerriglia boliviana attraverso le testimonianze dei protagonisti sopravvissuti e dei famigliari di coloro che perirono durante la missione in Bolivia; un'impostazione originale che permette al lettore/studioso di identificarsi con le loro imprese, con le loro difficoltà, con la loro vita quotidiana: un ritratto, intimo, di quei rivoluzionari che cercarono di propagare in tutta l'America latina il sogno del socialismo, in un continente dalle fortissime disuguaglianze sociali.
Il volume raccoglie le interviste fatte ai protagonisti superstiti quali Pombo e Urbano; ai collaboratori del Che quali Orlando Borrego Díaz e Ulises Estrada Lescaille; ad altri testimoni dell'epoca quali i parenti e gli amici dei cubani caduti in terra boliviana.
Il lavoro è pregevole soprattutto perché si pone l'obiettivo di mantenere viva la memoria sulle gesta e sui sacrifici, tramite le varie testimonianze raccolte, del guerrillero heroico e dei suoi compagni: giovani uomini in carne e ossa, che mostrarono tutta la loro umanità, il loro carattere, le loro debolezze e i loro punti di forza di fronte alle prove sempre più ardue che la guerra di guerriglia metteva loro di fronte.
«La coerenza stessa dell'agire di questi uomini testimonia la loro lucida consapevolezza del sacrificio che comportava la scelta della lotta: il distacco dalla propria terra, dalla famiglia, la rinuncia a crescere i propri figli ancora piccoli, l'eventualità di perire lungo il cammino».
Il volume è completato da pregevoli schede tecniche dedicate alla Cuba pre-Batista e prerivoluzionaria, alla Bolivia e, per finire, l'ultima parte è dedicata alle note biografiche sui guerriglieri che combatterono con il Che.
Le domande rivolte ai famigliari dei combattenti aiutano a tratteggiare una doppia figura di ciascun militante. Da un lato emerge la figura paterna e famigliare, dall'altra quella inflessibile dell'uomo nuovo che dà un significato politico e strategico alla sua lotta.
Molto interessante sono le interviste fatte a Urbano (sincero nelle risposte sino a dire che non rientrava tra i «preferiti» del Che in quanto indisciplinato), e a Orlando Borrego Díaz (nella quale emergono molti particolari, poco noti, sui preparativi e sul significato che aveva la Bolivia per il Che).
Dalle miniere di Huanumi (Bolivia), uno storico avamposto della lotta contro l'imperialismo e lo sfruttamento, emerge l'intervista al figlio di Moisés Guevara che racconta le vicende del padre, anch'egli caduto nella guerriglia del Che.
José Martí ha detto che «il sangue dei giusti non è mai versato invano». In un continente in cui le classi dominanti fanno di tutto per cancellare la memoria degli stermini commessi contro le comunità indigene e contro i lavoratori, ricordare il ruolo delle guerriglie sorte nel ventennio 1960-1980 e l'eroismo dei caduti rappresenta senza dubbio un grande merito del volume. Vi si può cogliere con evidenza la natura dello slancio, disinteressato e fatto di privazioni e sofferenze, da parte di uomini che morirono nel tentativo di forgiare la solidarietà internazionalistica attraverso i vari Paesi del continente latinoamericano.
È molto interessante, in questo senso, la domanda rivolta ai famigliari dei caduti in Bolivia sul senso e sull'attualità del termine «rivoluzionario», e altrettanto significativa la risposta. In molti sottolineano che essere rivoluzionario, al giorno d'oggi, significa battersi per l'ambiente, per il cambiamento sociale e per un mondo più equo, cioè per quei princìpi diventati bandiere dei movimenti sociali latinoamericani e in gran parte del mondo. Del resto sono questi i tratti principali di quell'uomo nuovo di cui Ernesto Che Guevara ha rappresentato l'esempio più completo, a partire dalla disponibilità ad aiutare altri popoli ovunque fosse necessario e in qualsiasi momento.

Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

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a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

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a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

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a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.